Travel with your mind..
Da piccola iniziavo la mia giornata pensando ai libri di scuola e i vestiti che mi sarebbero serviti per il giorno successivo.
I miei genitori, divorziati ma in rapporti più che pacifici, presenti a giorni alterni, si incontravano quotidianamente per salutarsi e nel frattempo scambiarsi la mia “cartella”. Avere due case, due vite, era la normalità per me e la cosa non mi pesava affatto.
Forse è da li che è nato il mio istinto nomade.
Adattarmi a contesti diversi da quelli familiari è sempre stato sfidante.
L’adrenalina di percorrere una strada sconosciuta equivale alla costante ricerca di stimoli: Il viaggio è senz’altro uno tra i più grandi insieme al “cambiamento”.
Ho passato molte estati della mia infanzia non al mare, ma dai miei parenti in Germania, quindi anche volare da sola non è mai stato sintomo di di paura ma piuttosto una routine estiva. A 16 anni ho scoperto cosa significasse superare la propria zona di confort grazie a un progetto di scambio culturale che mi ha permesso di convivere con una famiglia nel villaggio di Papantla (Veracruz, in Messico).
Dopo un’esperienza di volontariato in Ecuador ho capito la bellezza del #sentirsiacasa anche dall’altra parte del mondo con persone che riescono a darti tutto nonostante i mezzi e le possibilità siano poche. E' per questo che oggi vorrei raccontarvi le storie che spingono la mia curiosità a non fermarmi più.
Il primo viaggio che condivido con voi è stato poco prima che iniziasse l’Apocalisse del COV-19 e ha come meta la Malesia e Singapore.
Liberate le menti, slacciatevi le cinture e preparatevi a partire.